La consulenza psicologica consiste in un numero limitato di colloqui mirati ad identificare, spiegare e ridimensionare le problematiche e il disagio della persona ad ogni età, della coppia e della famiglia, attraverso l’individuazione e la condivisione di obiettivi concreti.
Lo strumento principale della consulenza è il colloquio psicologico che consiste in un incontro tra due persone, uno psicologo competente in materia e una persona che lo contatta a causa di un disagio. Lo psicologo empaticamente cerca di instaurare una relazione che possa mettere la persona a proprio agio, creando un’alleanza affinchè questi possa sentirsi accolto, compreso, facilitato nella libera espressione di sé, dei propri pensieri e delle proprie problematiche .
Sin dal primo incontro lo psicologo promuove:
- l’assenza del giudizio
- la condivisione delle ipotesi e del metodo di lavoro
- la condivisione di obiettivi realistici e concreti per affrontare il problema
Solitamente dopo un ciclo di alcuni incontri è possibile poter comprendere a pieno il problema portato. Se la persona concorda con la definizione del problema e la proposta di lavoro dello psicologo, vengono stabiliti insieme gli obiettivi e la durata dei colloqui.
Come si svolge
L’obiettivo della consulenza rimane quello di fornire alla persona un aiuto concreto affinché risolva o impari a gestire le proprie difficoltà autonomamente, grazie alla proprie risorse personali. Gli obiettivi sono quelli che lo psicologo concorda con l’utente. Le sedute sono solitamente a frequenza settimanale per una durata di circa 50 minuti. La durata di una consulenza è
variabile.
Quali sono gli ambiti di intervento
- conflitti personali, familiari o lavorativi
- situazioni di crisi associate ad elevata sofferenza emotiva (separazioni, lutti)
- sintomatologia di tipo ansioso, depressivo, insonnia, forte stres
- problematiche legate alla sfera della sessualità
- periodi di forte cambiamento
- decisioni dall’elevato impatto emotivo (inerenti la famiglia, l’ambito lavorativo, ecc.)
- problematiche legate alla gestione dei figli nei periodi dell’infanzia e dell’adolescenza
- problematiche legate al mondo degli adolescenti
- problemi legati alla sessualità.
Chi può trovare sollievo attraverso i colloqui psicologici
- adulti, che cercano aiuto per se stessi (disturbi depressivi, di ansia, attacchi di panico, problematiche relative al rapporto di coppia, esperienze di lutto o separazioni);
- genitori, che hanno difficoltà nella relazione con i figli a causa di problematiche diversificate;
- adolescenti, che hanno bisogno di uno spazio di riflessione su se stessi (crisi adolescenziale, disturbi di panico o della condotta, depressione e isolamento, etc.).
- il minore, con il consenso di entrambe i genitori
Perché si cerca aiuto dallo psicologo
Si può cercare aiuto perché si hanno dubbi e perplessità circa la propria vita e le proprie scelte, oppure perché si è in un periodo di crisi in cui si soffre per motivi specifici o perché si è in confusione e non si comprendono i motivi delle proprie sofferenze. Entrando nello specifico, si cerca aiuto quando si soffre di disturbi di ansia, di depressione, di attacchi di panico o di altre tipologie di disturbi della sfera emotiva e affettiva-relazionale; oppure per esperienze di lutto, di separazione, per difficoltà di coppia o della relazione con i propri figli. O se no anche per compiere un percorso di autoconsapevolezza e crescita personale.
Segreto professionale
Lo psicologo ha l’obbligo del segreto professionale e “Nell’esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza, all’autodeterminazione ed all’autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall’imporre il suo sistema di valori; non opera discriminazioni in base a religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale, stato socio-economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità. Lo psicologo utilizza metodi e tecniche salvaguardando tali principi, e rifiuta la sua collaborazione ad iniziative lesive degli stessi”. (Dall’articolo 4 del Codice Deontologico degli psicologi italiani).